IN DON AURELIO UN FOCOLARE D’AMORE (Giuseppe D’Amico)
«Perché tutti siano una sola cosa. Come tu, Padre, sei in me e io in te, siano
anch’essi in noi una cosa sola, perché il mondo creda che tu mi hai mandato»
(Gv 17,21)
«Dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro»
(Mt 18,20)
Queste due frasi dei Vangeli raccontano meglio di ogni altra il don Aurelio Pulla
focolarino. Era il 1963 quando, nove anni dopo la sua ordinazione sacerdotale,
don Aurelio incontrò il Movimento dei Focolari e la spiritualità di Chiara Lubich
e fu l’incontro che da quel momento segnò profondamente la sua vita.
La scoperta di Dio Amore, del testamento di Gesù “che tutti siano uno” e
la promessa “dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a
loro” furono per don Aurelio la risposta al suo desiderio di poter vivere l’attualità
del Vangelo nella sua vita personale, in quella sacerdotale e in quella
della comunità.
La gioia del nuovo incontro era talmente grande che volle condividerla con la
sua comunità parrocchiale così cominciò ad organizzare incontri con i giovani
di Jelsi e con tutti coloro che erano disposti ad ascoltarlo raccontando loro la
nuova scoperta e il modo di mettere in pratica Dio Amore sperimentando la
presenza di Dio “in mezzo” donandosi agli altri. Durante gli incontri che lui organizzava
dopo aver letto la Parola di Dio e gli scritti di Chiara Lubich ognuno
raccontava le esperienze vissute alla luce degli insegnamenti di Gesù. Fu così
che a Jelsi lo seguì subito un gruppo consistente di giovani che insieme a lui si
impegnavano a vivere concretamente il Vangelo.
Don Aurelio si preoccupò da subito di edificare la “chiesa di pietre vive” nella
comunità jelsese affinché tutto fosse fondato sull’amore scambievole. La chiesa
di Jelsi era sempre piena di giovani che grazie al nuovo spirito evangelico trasmesso
da don Aurelio cominciarono a suonare e intonare i canti del Gen Rosso
e del Gen Verde, i due gruppi musicali sorti nel Movimento dei Focolari, per
l’animazione delle celebrazioni. Don Aurelio fu infatti il primo Parroco a proporre
e consentire ai giovani l’uso di strumenti musicali diversi dall’organo durante
le celebrazioni eucaristiche.
Tantissimi giovani di allora ricordano con estremo piacere le numerose gite organizzate
assieme a lui durante le quali si cantava e si pregava in allegria senza che nulla fosse loro imposto ma tutto nasceva, spontaneamente, dalla voglia di
tutti i partecipanti di vivere ogni momento con gioia e seguendo gli insegnamenti
di quel sacerdote che faceva dell’amore di Dio la sua bandiera.
Si organizzavano feste nei locali della Casa Parrocchiale e ognuno partecipava
alla vita della Parrocchia, chi come catechista, chi come cantante o musicista
e chi semplicemente mettendo a disposizione il proprio tempo ogni volta che
c’era bisogno di aiuto. Periodicamente si organizzavano incontri con i focolari
del Molise e della Campania, si andava in pullman a Napoli e durante gli spostamenti
era un continuo pregare, cantare e raccontarsi esperienze di vita, sensazioni
ed emozioni vissute.
Quando si trasferì a Benevento insieme a don Rosario Amorosa, realizzò l’altro
suo desiderio di esperienza di vita comune che realizzasse l’unità chiesta da
Gesù perché come amava sempre ripetere “i sacerdoti devono volersi bene”
perché “bisogna amare sul serio per avere il diritto di correggere ed educare”.
Grazie ancora don Aurelio!
Giuseppe D’Amico